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Con
una sospensione della democrazia, sta prendendo corpo in Italia
una nuova forma di governo all’interno di una costituente senza
popolo. Il governo del Paese entra in un’integrazione crescente
nel concerto intergovernativo europeo; l’asse franco-tedesco si
apre a una qualche partecipazione italiana (seconda economia
esportatrice d’Europa); l’autorità economico-politica europea e
l’autorità politica italiana accompagnano il cammino e le misure
del governo sul tracciato individuato a partire dalla lettera
della Bce.
La
coppia Parlamento - partiti di massa, la coppia regina della
democrazia concepita nella Costituzione repubblicana su cui la
sinistra aveva poggiato la sua idea di democrazia progressiva e/o
integrale, è abbattuta. La prova non potrebbe essere più acuta: i
sondaggi vedono il consenso ai partiti ridotto al 3% (tre per
cento); l’opinione comune vede il Parlamento come il luogo della
casta. Il consenso della sinistra ufficiale a questo processo e al
governo che da esso è scaturito ha tutta l’aria di un suicidio.
Ma
che cos’è questo governo? Temo si debba parlare di un governo
costituente. Esso prende le mosse da una crisi strutturale che
nella sua ultima fase si manifesta attorno ai debiti pubblici dei
paesi dell’euro. La crisi viene affrontata dalle forze motrici del
sistema, malgrado l’incertezza della prospettiva, come necessità
di trasformazione. La politica, negata come sfera dotata di
autonomia, riemerge con forza, quando incorporata nei luoghi della
decisione sia privata che pubblica, a tal punto che la
costituzione materiale, che da quelle decisioni prende origine, si
fa processo costituente (senza popolo e senza democrazia),
processo costituente di un modello di società regressivo e delle
sue specifiche forme di governo.
E’
la fondazione, su rinnovate basi di classe, di una nuova
statualità sovranazionale e della sua articolazione nazionale
senza democrazia. Ritorna il governo della borghesia, in un’Europa
a vocazione neo-mercantilista. Il governo Monti è il governo della
borghesia. La sua ideologia è l’economia sociale di mercato, dove
il sociale è ridotto al minimo, come lo Stato, in funzione del
primato della competitività. (…)
L’aria di rivolta nasce sullo stesso terreno, quello segnato dallo
svuotamento della democrazia e dall’eutanasia della sinistra,
perciò essa può prosciugare l’acqua in cui potrebbe, al contrario,
nuotare il nuovo populismo di destra. Il movimento può farlo, se
saprà crescere, espandersi e costituirsi in una coalizione capace
di fare società. Un’impresa tutt’altro che facile. In quel «Noi
99%, voi 1%» c’è, però, iscritta una possibilità. Certo, quest’aria
di rivolta sarebbe aiutata da una ripresa, nelle culture critiche
e nelle pratiche sociali, del tema, tanto dimesso quanto
irrinviabile, della trasformazione. E sarebbe aiutata dalla
ripresa di un lavoro politico per la resurrezione dell’unica
sinistra plausibile, quella dell’eguaglianza.
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